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Nell’antica cultura Tolteca le parole equivalevano a dei concetti molto ampi, un qualcosa il cui significato si abbraccia nel complesso e in un istante, per questo avevano l’esigenza di esprimersi con i pittogrammi.

(La storia ci ha raccontato i popoli del Mesoamerica come dei barbari arretrati che si esprimevano con disegnini, in realtà avevano un impianto filosofico-culturale molto complesso. Nella cultura occidentale materialista e riduzionista ogni parola indica un concetto molto preciso, incasellando in questo modo la realtà che invece è molto più complessa. Lo sapevano bene i popoli antichi come gli egizi che usavano i geroglifici, o i nostri antenati fino al medioevo che corredavano gli scritti con le immagini. Il potere evocativo di queste è enorme e ci permette di riacquisire le sfumature che nella cultura occidentale dei “tag” stiamo perdendo)

Ad esempio non avevano la distinzione tra bene e male, tutto per loro faceva parte di un equilibrio in cui è il principio trascendente che si manifesta nei contrari affinché possa prendere coscienza di sé stesso.

Del resto non potremmo apprezzare il bello se non avessimo visto in brutto, non potremmo definire il giallo se non avessimo conosciuto l’azzurro, non potremmo vedere un tavolo se non avessimo visto la differenza con una sedia.

 

Allo stesso modo non avevano una parola per il concetto di malattia come noi la intendiamo. Quindi anche la malattia è vista come un momento di disequilibrio che fa parte della vita.

Ecco che PAQUILIZTLI indica uno stato di profondo benessere ed equilibrio della persona, però dinamico, vivo! Ed è quella sensazione di gioia assoluta che proviamo quando siamo in pace con il mondo e con noi stessi.

(La cosa curiosa è che se andate a cercare la traduzione vi verrà fuori “allegria”, ecco un esempio di come in occidente si riesca a svuotare di significato le parole)

In questo concetto di equilibrio dinamico risiede un messaggio importantissimo ovvero che non si può essere sempre uguali ma bisogna accettare i cicli.

(In occidente siamo abituati a pensare che dobbiamo essere sempre uguali, sempre al top, abbiamo una terribile paura del cambiamento e ogniqualvolta abbiamo una calo fisico o emotivo ci sentiamo sbagliati)

L’essere umano, come la natura, ha i suoi cicli. Nessuno si sognerebbe di andare da un albero in inverno e dirgli che è brutto. E’ normale, fa parte di lui, e inoltre lo spogliarsi è il preludio al momento della sua massima bellezza!

(La nostra società neoliberista e competitiva, oltre ad aver dimenticato molti valori tra cui l’importanza di nutrire lo spirito,  ci ha ingabbiato in dei modelli che non sono naturali e ha fatto sì che ogni volta che non siamo al passo ci sentiamo in colpa o dei falliti)

Raggiungere lo stato di PAQUILIZTLI significa lavorare molto su sé stessi, essere disposti a cambiare paradigma, abbandonare le proprie certezze e guardare alla vita in maniera completamente diversa.

Può essere un lavoro lungo e difficile, che deve partire da un ben preciso Atto di Volontà e richiede Pazienza e Costanza. Ma quello che c’è in palio vale lo sforzo.

Ricordate che siete i responsabili della vostra salute, tutto è nelle vostre mani.

(responsabili, non colpevoli!)

Io, se vorrete, vi accompagnerò.

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